May 30, 2016

CUORE DI TENEBRA
VOYAGE AU BOUT DU DI PETTA.

Gilberto Di Petta @Paris, 2011

Cari nostri, abbiamo il piacere di darvi notizia della pubblicazione della prima e della seconda parte del diario di bordo del nostro Gilberto Di Petta, Presidente della Società Italiana per la Psicopatologia Fenomenologica, società gemella, come oramai saprete, della nostra Società Portoghese Informale per la Psicopatologia Fenomenologica.

CUORE DI TENEBRA 
Voyage au bout de la Psychiatrie 
(et du Di Pétta, NdC)

Gilberto Di Petta, nel suo diario vissuto come nella vita, fa fenomenologia nell'unico modo possibile: vivendola giorno per giorno, praticandola in tutto ciò che gli accade di fronte e di fianco, negli incontri che subisce e ricerca, nelle notti insonni così come nel vivo racconto della storia della psicopatologia italiana ed europea che è anche nostra. Facendo della vita un esperimento, partecipando ovvero alle vicende umane sempre con uno sguardo nuovo, da principiante alle cose.

Questo scritto, che ci rende vieppiù orgogliosi del nostro Presidente 'informale', rappresenta un angolo di svolta fondamentale grazie al quale leggere e conoscere cosa è fenomenologia e cosa fenomenologia invece non è, nonché un manuale prezioso per accostarsi al Di Petta-pensiero che è anche notoriamente, ci abbiamo fatto tutti i conti, chi più chi meno, Di Petta-pathos.

In questo periodo, tra sensazionalismi ingiustificati e nuovi riduzionismi, serve tornare ai pazienti e al vissuto dei curanti che con i pazienti hanno davvero a che fare quotidianamente.
Gilberto si mette nuovamente a nudo (una novità per chi lo ha potuto solo leggere), torna a scrivere delle sue cose dopo un periodo in cui si è messo solo al servizio della Psicopatologia italiana e del pensiero dei Maestri e traccia così per noi un percorso possibile verso le cose stesse.

http://www.psychiatryonline.it/node/6261





March 26, 2016

"Sempre di nuovo" (... da studiare). Il punto sulle ultime pubblicazioni di psicopatologia fenomenologica.

SEMPRE DI NUOVO (... DA STUDIARE).

In questi anni abbiamo ripreso, rivisto, rimesso a nuovo tutta una serie di classici che a nostro parere non possono mancare nella biblioteca di psicologi e psichiatri che amano e vivono quotidianamente la psicopatologia e agiscono, pensano, lavorano, curano e vedono le cose secondo i dettami della fenomenologia.
Tra monografie e testi collettanei, non sono poche le pubblicazioni che il nostro gruppo, tra gli altri, ha mandato in stampa.

La psicopatologia italiana, insieme a quella europea, sta così riacquisendo gli spazi che le spettano nelle librerie di mezza Italia, nelle bibliografie dei nuovi lavori e tra le mani dei giovani studenti di psicologia, psichiatria e psicoterapia.

Qui di seguito elenchiamo alcune delle più significative uscite di questi ultimi anni.


L'AROMA DEL MONDO.
GUSTO, OLFATTO E ATMOSFERE
Hubertus Tellenbach - Marinotti, 2013




SCHIZOFRENIA E MALINCONIA. 
IMPLICAZIONI PSICOPATOLOGICHE E FILOSOFICHE
Norbert Andersch e John Cutting (a cura di Gilberto Di Petta e Paolo Colavero) - Fioriti, 2013.




LA COSCIENZA PAZIENTE.
ESERCIZI PER UNA CURA FENOMENOLOGICA
Lorenzo Calvi - Fioriti, 2013.




"UN'ALTRA VOLTA ANCORA"
NUOVE RIFLESSIONI SU ELLEN WEST
Marco Bettoni Pojaghi, Livio Capocaccia, Antonio Ciocca, Filippo Maria Ferro, Marta Rizzo - Fioriti, 2013.




L'ORA DEL VERO SENTIRE: CORPO, DELIRIO, MONDO
LA SECONDA GENERAZIONE DELLA PSICOPATOLOGIA FENOMENOLOGICA ITALIANA
Scritti di Enzo Agresti, Arnaldo Ballerini, Lorenzo Calvi, Filippo Maria Ferro, Luciano del Pistoia, Clara Muscatello, Paolo Scudellari, Bruno Callieri, Giovanni Gozzetti, Carlo Maggini (a cura di Gilberto Di Petta, Francesca Cangiati e Mario Rossi Monti) - Fioriti, 2014.




PARLARE CON I FOLLI
Henri Grivois (a cura di Giorgio Castignoli) - Fioriti, 2014.




LA PERSONA DELLO SCHIZOFRENICO
UNO STUDIO CLINICO, PSICOLOGICO, ANTROPOFENOMENOLOGICO
Jakob Wyrsch  (a cura di Marco Alessandrini, Massimo di Giannantonio e Rosa Maria Salerno) - Fioriti, 2014.




STORIE CLINICHE.
FENOMENOLOGIA E PSICOPATOLOGIA.
Scritti di Paolo Colavero, Matteo Rossi, Antonio Lucchetti, Alessia Fusilli, Alessandra Ambrosini, Leonardo Zaninotto, Simona Granà (a cura di Paolo Colavero, introduzione di Arnaldo Ballerini, postfazione di Gilberto Di Petta e Giampaolo di Piazza) - Edizioni Universitarie Romane, 2014.




AL DI LA' DAL MONDO: L'ESSENZA DELLA SCHIZOFRENIA. 
FENOMENOLOGIA E PSICOPATOLOGIA
Arnaldo Ballerini e Gilberto DI Petta - Fioriti, 2015. 





IL PARADIGMA 'ERLEBNIS'
LA FOLLIA COME ESPERIENZA DI SENSO NELLA VITA DEGLI PSICOPATOLOGI 
Arnaldo Ballerini, Bruno Callieri, Lorenzo Calvi, Luciano Del Pistoia (a cura di Gilberto DI Petta e Paolo Colavero) - Edizioni Universitarie Romane, 2015. 




IL SEGNO DELLA MALINCONIA.
MELANCONIA GENEROSA E CREAZIONE ARTISTICA
Marco Tittarelli (saggio introduttivo di Danilo Tittarelli) - Edizioni Universitarie Romane, 2015.




IL TEMPO E LA VITA
Eugenio Borgna - Feltrinelli, 2015




IL METODO FENOMENOLOGICO IN PSICHIATRIA E PSICOTERAPIA
J. H. Van den Berg (a cura di Gilberto DI Petta e Paolo Colavero) - Fioriti, 2015.




MELANCOLIA.
STORIA DEL PROBLEMA, ENDOGENICITA', TIPOLOGIA, PATOGENESI, CLINICA
Hubertus Tellenbach - Il Pensiero Scientifico, 2015.




LE PSICOSI SINTETICHE.
IL CONTRIBUTO DELLA PSICOPATOLOGIA FENOMENOLOGICA ITALIANA ALLE PSICOSI INDOTTE DA SOSTANZE
Scritti di Danilo Cargnello, Giovanni Enrico Morselli, Bruno Callieri, Gilberto DI Petta e Guillerme Messas (a cura di Gilberto Di Petta e Danilo Tittarelli) - Fioriti, 2016.




EFFETTO BORDERLINE
SOGGETTIVAZIONE E MOVIMENTI DEL DESIDERIO
Alessia Fusilli (prefazione di Antonello Correale) - Franco Angeli, 2016.




MANUALE DI PSICHIATRIA PER PSICOLOGI
Mario Rossi Monti (a cura di) - Carocci, 2016.

February 10, 2016

Questa è una vendita democratica.


Torna un grande classico.
Remo Remoti nella sua magistrale interpretazione di 
Sigismund Schlomo Freud detto Sigmund

(da Sogni d'oro, di Nanni Moretti)

February 09, 2016

Il dott. Gibran



"... GIBRAN, STAI SERENO!"
(La Società (portoghese) per la psicopatologia fenomenologica)

January 30, 2016

ZU DEN BERLIN SELBST

E come non ci fosse un domani, ci cacciammo senza esitazione per le lande teutoniche.
In Germania, si sa bene, i fenomenologi sono di casa. 
Si sentono a casa, una casa con i riscaldamenti fuori uso, soprattutto in dicembre.


L'accoglienza ottima e senza macchia non ha fatto rimpiangere ai nostri le pause caffè parigine all'Ospedale della Salpetriere, divenuto in questi anni pian piano un luogo scomodo anch'esso (per volere degli organicismi trionfanti anche tra i giardini che furono di Philippe, Martin e delle isteriche), per lo sparuto manipolo di sopravvissuti al riduzionismo statunitense. Un luogo scomodo dove speriamo presto di fare ritorno. Senza patria, senza la statua di Philippe Pinel da omaggiare, dentro giacche strette e cappelli invernali, il piccolo gruppo ha fatto proprio il quartiere di Charlottenburg che lo ospitava in casa di cari amici e quindi il percorso ghiacciato verso la Siemens-Villa, sede della Immanuel Diakonie, sulle rive del Kleine Wannsee.

                                        
 
Sulla costa gelata pochi volatili, nelle acque ferme canottieri sfidavano l'alba regatando in piccoli gruppi guidati da rigidi allenatori.

                                           

Nella mattinata una missione impossibile andata per il meglio, quindi colazione e treni, suburbani, metro e regionali. Sino alle porte di Potsdam.

        

Accolti come a casa dal gruppo storico continentale, i nostri si sono fatti largo alle mattinate di convegno carbonaro tra caraffe di caffè, the e pasticcini. Inglese europeo, ben diverso dall'inglese britannico, panini al salmone scozzese e frutta. 

All'apertura dei lavori, Gilberto Di Petta ricorda, insieme a Paolo Colavero, il maestro fiorentino della psichiatria e psicopatologia europea Arnaldo Ballerini. Sono parole, testimonianze per immagini e musica. Musalek ha parole preziose per Arnaldo. La schiera degli psicopatologi presenti si mette in piedi, sull'attenti, a tributare un minuto di silenzio e quindi un lungo applauso di lacrime. 

Ci siamo tutti, noi altri insieme a l'invincibile Cutting, il veggente Oyebode, il sempre pronto Varandas, l'eterno e insostituibile discussant Musalek, i carioca Messas e Tamelini, il furioso heideggeriano Dimopoulos, la professoressa Figueira con l'atleta Madeira, madrelingua britannico, il finnico dal capello color del ghiaccio Raymo Salokangas, questa volta senza la sua spilletta di Lenin appuntata sul loden chiaro, e qualche altro ospite dei nostri. 
Conosciamo Martin Heinze, ospite preciso e gentile, allievo del compianto Professor Blankenburg, del quale racconta scenette e viaggi compreso quello storico a Firenze, ospite di Arnaldo Ballerini. 
Per il primo anno non ci sono i colleghi greci residenti in Grecia e soprattutto manca il Professor Gabriel, uno dei patriarchi dei nostri incontri.

                                    

Sono giorni di lavori, presentazioni e soprattutto discussioni sfiancanti. Ci facciamo sentire di domande e risa, ma nulla e nessuno ha in mano la platea come Femi Oyebode, vero maratoneta della domanda in perfetto inglese britannico, del tempo scenico, del gesto che fa scuola e della citazione a dovere. Invidiabile davvero. Un killer. 
Insieme a John Cutting e a Michael Musalek, Femi tiene banco e bancali, pause e riprese.

                                     

Gilberto Di Petta offre quindi all'attento pubblico la sua relazione a conclusione della seconda giornata, passa in rassegna Kohut e Tellenbach, Cargnello e Callieri, trovando sponda certa nel gruppo viennese. Domande si susseguono al termine del suo intervento, Femi colpisce duro ma il nostro contrattacca. Musalek riesce a mantenere la discussione su livelli accettabili di civiltà, finisce tra applausi e strette di mano: "Gilberto, it's always a pelasure to hear you speaking!" (Femi).


Il ritorno quindi è sempre più rapido dell'andata, questione di tempo vissuto. Un taxi dove doveva essere e siamo a Tegel.

Ci siamo dati da fare e da dire, abbiamo perso la fiducia ma non la dignità.
Abbiamo salvato amici e compagni in difficoltà, attraversato Berlino, cenato a prezzo elevato in Potsdamer Platz, in kebabbari dietro casa, come da tradizione post convegno, solo per sentirci a riparo dai lupi dello stato islamico. Abbiamo progettato nuovi percorsi, assaggiato la gloria e riso da lontano con Matteo Rossi, vecchia scuola Salpe.
Ci siamo difesi bene, insomma. Legato amicizie ancora più strette, preparato il campo a nuovi e ulteriori naufragi. Che altro non potremo in ogni caso avere. 
Epici, certo, ma sempre naufragi.

                                      


Un pensiero infine al maestro Ballerini, che ci ha accompagnato a Parigi per la prima volta, nel 2007. Dobbiamo davvero molto ad Arnaldo. A lui dobbiamo l'asfalto, i libri di Céline sulla Senna, i soldatini della Legione, la vita aperta, il sapore del Calvados, il Brollo, la sua psicopatologia, le psicosi bianche, le pauci, la pipa, i Promessi Sposi di Manzoni. La notte dell'Innominato. Le questioni di frati tedeschi, Scilla e Cariddi e tanto, tanto ancora.
E' stato Arnaldo a portarci a Parigi. Dobbiamo ad Arnaldo la nostra strada europea. 
Ad Arnaldo offriamo il nostro sudore, l'ansia e la difesa dell'onore della psicopatologia italiana fuori confine. I chilometri che ancora non abbiamo percorso.





POST SCRIPTUM 

Corvi, sempre corvi. 
Intanto, fuori dalla stazione della metro, sulle rive del lago, i corvi ci attraversavano gracchiando la strada gelata. Per tutto il soggiorno, al gelo delle mani abbiamo osservato i corvi venirci incontro e salutarci, volteggiare tra le case, le locande senza più posto alle 18.30 e i mercatini di Natale ebbri di vino profumato, chiodi di garofano e cannella. 
I corvi, sempre loro, si passavano parola cantando la loro canzone... nulla più, mai più. 


                                                   


"...Qui dischiusi i vetri e torvo, — con gran strepito di penne,
grave, altero, irruppe un corvo — dell’età la più solenne:
ei non fece inchin di sorta — non fe’ cenno alcun, ma giù,
40come un lord od una lady si diresse alla mia porta,
ad un busto di Minerva, proprio sopra alla mia porta,
scese, stette e nulla più.

Quell’augel d’ebano, allora, così tronfio e pettoruto
tentò fino ad un sorriso il mio spirito abbattuto:
45e, «Sebben spiumato e torvo, — dissi, — un vile non sei tu
certo, o vecchio spettral corvo della tenebra di Pluto?
Quale nome a te gli araldi dànno a corte di Re Pluto?»
Disse il corvo allor: «Mai più!». (E. A . Poe)


                                             
              Nevermore





POST SCRIPTUM II



(... questa è solo per noi!)


March 05, 2015

IMMER WIEDER GIOVANI PROMESSE (southern Phenomenology strikes again in Florence)


Per chi se lo fosse perso, la premiata ditta DI PETTA - COLAVERO ha colpito ancora in data 7-8 febbraio 2015. A Firenze.
La coppia di eterni debuttanti (più il Colavero), coadiuvata dal terzetto Di Cintio - Di Piazza - Tittarelli (in rigoroso ordine alfabetico), ha messo a segno un altro notevole colpo sulla strada della definizione di ciò che è bene e ciò che non è bene fare durante una lezione frontale su Ernst Junger e l'esperienza delle sostanze.
Il pubblico, tra cui si riconosceva la domenica il direttore Stanghellini, ha approvato la performance della coppia, riservando lunghi applausi, occhiatacce, ammiccamenti, salve di fischi e colpi di tosse a segnalare colpi di genio, sviste e mancamenti perchè...

SINO AI 42 ANNI COMPIUTI SI E' SEMPRE GIOVANI ED INESPERTE PROMESSE DELLA CLINICA. DOPO... IL BARATRO.
NON SI FA PIU' IN TEMPO A TORNARE INDIETRO.

Prossimo appuntamento e conferme il XV Corso Residenziale di Psicopatologia di Figline Valdarno.
per info:
- www.psicopatologiafenomenologica.it
- mail: scuola@psicopatologiafenomenologica.it
- twitter: @PFenomenologica

Non mancate.

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March 20, 2014

Ciao Francesco



Cari Amici,
oggi il corpo di Francesco è stato tumulato a Massa 
Marittima. Nel tragitto tra Siena, dove si è svolta la 
funzione funebre, a Massa Marittima, Giampaolo Di Piazza,
per sé e per tutti noi, ha accompagnato il feretro.
L’ultimo saluto come l’ultima carezza a Francesco 
non è mancata.
Mi piace pensare che le tombe etrusche, un popolo che 
amava l’orizzonte tra terra e cielo come culla del tempo
che è dopo la vita, il silenzio del bosco, la luce del
sole tra le fronde delle querce, abbiano dato a 
Francesco la serenità necessaria per il suo ultimo
passo.
Dal canto nostro, dal canto mio, le emozioni che con voi
voglio condividere, come se fossimo in gruppo con lui, 
sono diverse. Lo stupore, infinito, per un gesto che 
stenta a trovare un senso; la rabbia, infinita, per un
gesto che non lascia più spazio al domani di una 
trattativa, di uno scambio, di una possibilità; la colpa,
infinita, perché io non mi sento innocente; il rispetto, 
infinito, per una scelta che, se è tale, è filosofica ed
esistenziale; e se non è tale, è psicopatologica. 
E, per quel poco o per quel tanto che ho incontrato 
Francesco, non mi sentirei di dire che la sua è stata una 
scelta psicopatologica. Quando io lo ho incontrato nel gruppo, nell’ultimo gruppo, le sue mani erano grandi e 
forti, il suo abbraccio mi ha contenuto, il suo pudore e 
la sua delicatezza mi hanno spinto addirittura a dirgli, 
ad un certo punto, che il giorno che io avessi avuto 
bisogno di uno psichiatra, mi avrebbe fatto piacere 
incontrare uno psichiatra come lui. Ho letto diverse 
testimonianze dei suoi pazienti, quando ancora Francesco 
non si trovava, che gli chiedevano di tornare, perchè 
avevano bisogno di lui. Questo io lo penso ancora. 
E glielo direi di nuovo.
In fondo, come diceva Chatwin, ogni uomo porta dentro 
di sé l’idea che un giorno lo ucciderà.
L’ultimo pensiero va ai suoi figli, di 11 e di 15 anni.
Vi abbraccio tutti.
Gilberto
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Il nostro ultimo incontro è stato telefonico, all'epoca 
in cui ti prendevi cura dei pazienti di Abbadia San Salvatore e 
dintorni. Anche io avevo lavorato in quei luoghi tra il 1998 e il 
1999 per cui eri entrato in relazione con le stesse persone dalle quali
ho ricevuto grandi doni e alle quali ho lasciato pochi sesterzi. 
Quel giorno mi hai telefonato in quanto una di queste
persone, diciamo Giorgio, un giovane schizofrenico ospite della 
Casa Famiglia di Abbadia, ci teneva a salutarmi.
E' stata una bella telefonata. Abbiamo cazzeggiato come ai 
tempi della specializzazione.  Eri sereno e coinvolto nel lavoro
(a quel tempo lo ero anche io). Avevi stabilito un buon rapporto 
con tutti i giovani psicotici di cui mi ero preso cura in 
precedenza. Giorgio voleva salutarmi e tu hai accolto la sua 
richiesta. 
E a me ha fatto piacere parlare con Giorgio, che mi ha
stupito in quanto ricordava vividamente numerosi momenti 
della nostra avventura.

Ancora una volta ci hai spiazzati, Amico Mio.

A te e a noi che ci interroghiamo dedico un brano musicale.
http://youtu.be/0yNFAKayZDg


Bruno Pallotto